domenica 29 settembre 2013

prodotti tossici

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Questi dati sono stati forniti da uno studio condotto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, la quale già in altri studi meno recenti aveva evidenziato e vietato l’uso di prodotti aventi perturbatori endocrini. I PE si nascondono quasi ovunque: negli alimenti di origine animale o vegetale, negli imballaggi alimentari, nei prodotti di combustione… Nel 2005 l’Unione Europea ha compilato una lista ufficiale di 66 perturbatori endocrini, e tra i più comuni si distinguono diverse categorie. Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’EEA, ha dichiarato: “La ricerca scientifica raccolta nel corso degli ultimi decenni ci mostra che alterazioni del sistema endocrino è un problema reale, con gravi effetti sulla fauna selvatica, e sarebbe prudente adottare un approccio precauzionale per tutti.” In questa recente ricerca, che ha raccolto materiale per ben 15 anni, ha scelto, per particolari esami, cinque classi di sostanze chimiche: gli ftalati, spesso si trovano nei pesticidi; bisfenolo A e PCBs, utilizzati per la plastica e, a volte, polemicamente, usato per fare biberon, parabeni, si trovano sempre più in creme solari e dei prodotti chimici utilizzato nelle pillole contraccettive. Questo studio comunque ci mette ulteriormente in allarme, in quanto è motivo di serie precauzioni. Questo non tanto nelle singole sostanze, dice McGlade, ma il vero problema è il fatto che siamo costantemente esposti a tante di loro, e le interazioni tra di loro nei nostri corpi. “E ‘l’effetto cocktail“, ha detto. Tale effetto è uno dei più difficili da studiare. Interferenti endocrini (IE) interferiscono con i sistemi ormonali dell’organismo, motivo per cui alcuni dei più comuni sono quelle che si trovano nella pillola contraccettiva. Essi trovano sempre in una vasta gamma di prodotti, dai cosmetici alla plastica. Per decenni, i ricercatori hanno sospettato potenziali collegamenti tra le sostanze chimiche sempre più comuni e una serie di malattie umane, e numerosi studi sono stati intrapresi. Secondo lo studio, EDCs sono stati trovati per essere collegato ad una maggiore incidenza di cancro al seno, e un esordio della pubertà, nonché problemi di fertilità maschile compreso qualità del seme inferiore. McGlade ha detto al Guardian che i modi di trattare le sostanze chimiche incluse rigoroso trattamento delle acque reflue, come l’installazione di filtrazione a sabbia, filtrazione a membrana e con l’ozono per purificare l’acqua. Ma ha anche insistito sulla necessità di guardare “a monte”, alla fabbricazione dei prodotti, per assicurare il loro uso è ridotto al minimo e più sicuro possibile. L’EEA ha osservato che diversi studi legato anche l’esposizione ad alcune EDCs con disturbi dello sviluppo neurologico, quali autismo, disturbo da deficit dell’attenzione e ridotta funzione cognitiva nei bambini. Ma essa ha concluso che più lavoro sarebbe necessaria per confermare o smentire questo. L’EEA ha sottolineato la complicazione sul fatto che se queste sostanze chimiche hanno danneggiando lo sviluppo iniziale del cervello, apparato riproduttivo, immunitario e metabolico, questo potrebbe essere invisibile fino a diversi anni o addirittura decenni dopo l’esposizione. Con quali conseguenze prossime per il nostro futuro? La relazione dell’EEA si basa su uno studio di riferimento, il rapporto del 1995 Weybridge, che ha registrato seri interrogativi sulle sostanze chimiche, ma mancavano i dati a lungo raggio in alcuni settori chiave. Gli studi continuano e vedremo che emerge a poco a poco. C’è da dire comunque che più prodotti naturali utilizziamo anche per le normali incombenze di casa, cosmetici personali o quant’altro è meglio sarebbe per la nostra salute. Ciò non toglie comunque quello che respiriamo attorno a noi… Noi qui vi elenchiamo tutte le sostanze come sono suddivise, tenendo sempre presente che l’effetto fondamentale ora evidenziato è l’effetto cocktail.. Vediamo cosa è presente nella categoria 1 a forte preoccupazione. CATEGORIA 1 – FORTE PREOCCUPAZIONE PESTICIDI, INSETTICIDI, FUNGICIDI, DISERBANTI, ETC Clordano, clordecone, mirex, toxafene, trifenilstagno, lindano, HCB (esaclorobenzene), acetochlor, alaclor, maneb, tiram, metam natrium, zineb, vinclozolin, atrazina, Tri-n-propyltin, tributilstagno, linuron, DDT (non più utilizzato in Europa), bifentrin, cialotrina, deltametrina, resmetrin (non autorizzato in Italia), carbaryl (pesticida del cotone), lindano (HCH), fenarimol, mancozeb, metiram, methoxychlor, metribuzin, p-Benzylphenol, pentaclorobenzene (non più in commercio), pentaclorofenolo, procimidone, trifuralin, Dichloroaniline. OGGETTI IN PLASTICA FTALATI - BBP (butilbenzilftalato), DBP (dibutilftalato) e DEHP (di (2-etilexil) ftalato), DCHP (dicicloesil ftalato ) : Plastificanti ed ammorbidenti della plastica, in particolare del PVC . Dal 1999 il BBP, il DBP ed il DEHP non possono più essere utilizzati in Europa nella fabbricazione di articoli per bambini che possono essere messi in bocca. Dal 2007 tali ftalati non possono più essere utilizzati anche nei giocattoli per bambini. Sono invece ancora utilizzati nei materiali per l’impacchettamento del cibo oppure nelle capsule dei medicinali (pillole) resistenti agli acidi dello stomaco. Torneremo a parlare di ftalati in un altro post. BISFENOLO A: di recente il Bisfenolo A è stato conosciuto dal grande pubblico per il suo utilizzo nei biberon per bambini, il Bisfenolo A è infatti utilizzato principalmente nella produzione di plastiche. Il 25/11/2010 l’Europa ha messo al bando i biberon con bisfenolo. La decisione è stata presa dai rappresentanti dei 27 paesi Ue dopo un lungo negoziato. La produzione di biberon con bisfenolo A è stata dunque vietata a partire dal primo marzo 2011, mentre la loro commercializzazione e importazione è vietata a partire dal 1 giugno 2011. Un altro uso del bisfenolo A è nelle otturazioni dentali dei bambini. Stirene: utilizzato nella produzione di alcune plastiche come ad es il polistirene (o polistirolo) nonché nei polimeri in polistirene utilizzati per hobbies e artigianato. Un altro uso è quello dei contenitori per cibo. Epicloridrina: utilizzato come stabilizzante nelle plastiche, solvente in vernici, colle e smalti per unghie, nella preparazione di resine epossidiche e come insetticida. Ottifenolo: utilizzato come surfattante e nei prodotti plastici Policlorobifenili o PCB: si tratta di un gruppo di composti chimici in passato ampiamente utilizzati per i materiali elettrici ed oggi sono severamente vietati, ma si trovano ancora ampiamente nell’ambiente COSMETICI DEP (dietilftalato) : DEP è l’unico ftalato impiegato nei cosmetici venduti in Europa ed inoltre aggiunto in piccole quantità ai prodotti cosmentici con lo scopo di rendere amaro e, quindi imbevibile, l’alcool etilico eventualmente presente nella composizione del prodotto Benzofenone 2 : utilizzato come schermo UV nei solari Diidrossibenzofenone: utilizzato come schermo UV nei solari 3-benzilidene canfora: utilizzato come schermo UV nei solari BHA ed E320 (butilidrossianisolo) utilizzato come antiossidante e conservante nei cosmetici e nel cibo. Vengono utilizzate le seguenti sigle per identificarlo: BHA per i cosmetici ed E320 quando è sottoforma di conservante per il cibo 4-Metilbenzilidene Canfora: utilizzato come schermo UV nei solari 2-etilesil-4-Metossicinnamato: utilizzato come schermo UV nei solari 4,4’-bisfenolo: utilizzato come conservante, disinfettante, antiossidante,profumo e filtro UV in cosmetica Cyclotetrasiloxane: emolliente, solvente in ambito cosmetico, ma ha anche numerose altre applicazioni Resorcinolo: antisettico e antimicotico utilizzato nei prodotti cosmetici (ad es. per il peeling) nonché nella fabbricazione di coloranti, prodotti farmaceutici 4-isooctilfenolo 4-octilfenolo sono usati come materia prima nella produzione di esempio tensioattivi, detergenti e agenti bagnanti ketoconazolo viene utilizzato come un farmaco antifungino e usato come uno shampoo, compressa, o crema. ALTRE SOSTANZE Nonilfenolo e Nonylphenolethoxylate: utilizzati come detergenti e stabilizzanti per una vasta gamma di applicazioni, dalla pelle, al tessile all’industria dei polimeri e nelle vernici IPA, PCB PCT: sono presenti nei combustibili fossili e si formano non intenzionalmente durante il processo di combustione PHDD/ PHDF: si formano durante la combustione, nel corso di diversi processi industriali e di produzione di sostanze chimiche, compresi alogenati ritardanti di fiamma, pesticidi e solventi Triclorobenzene : è utilizzato come additivo nei coloranti, fluidi dielettrici, oli lubrificanti, i mezzi di trasferimento di calore e come solvente sgrassante Diphenylhexamethylcyclotetrasiloxane : utilizzato per vari scopi ad esempio nelle protesi mammarie e nel grasso per cuscinetti Agnese Tondelli Fonte”guardian”"paperblog”

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