domenica 15 dicembre 2013

LETTERA DI UN CARABINIERE

Lettera aperta di un Carabiniere: IO MI VERGOGNO!

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È con grande emozione che pubblichiamo questa lettera aperta di un carabiniere che conosciamo, una lettera che ha voluto affidare a noi affinché altri, molti altri, la potessero leggere.
E perché il maggior numero di suoi e nostri fratelli, che hanno prestato e prestano Servizio nelle Forze dell’Ordine, sappiano di non essere soli a provare quel che provano in alcuni momenti del loro Servizio, quando sono portati a compiere cose che senza la divisa che indossano, da esseri umani liberi, non compirebbero mai.
Una lettera che è uno straziante grido di dolore, nato dalla volontà di ridare alla propria integrità e dignità di essere umano un volto presentabile di fronte ai propri cari.
Ognuno di noi in questa vita esiste se è sostenuto dall’amore di tutti gli altri, ne ha assoluta necessità come per l’aria che respira.
Pertanto la situazione di solitudine e disagio con sé stessi che prova chi si accorge che la causa per cui ha giurato alla sua entrata nelle Forze dell’Ordine è in realtà qualcosa di diverso da quanto credeva, è davvero drammatica.
I militari, e gli agenti di ogni Arma ricoprono il ruolo di cerniera sempre più sollecitata tra il potere e la popolazione che dal potere è governata.
E in questo tempo, in cui i miti cadono a velocità crescente per mostrare la realtà disonorevole nella quale il potere reale si muove ed agisce, il loro ruolo è quello più sotto pressione.
È infatti nei loro cuori di Esseri Umani che si gioca la partita più critica della Consapevolezza. Per questo è bene diffondere questa lettera facendola conoscere a coloro che, tra i nostri amici e conoscenti, vestono la divisa.
Se ciò che nel profondo essi già SANNO emergerà alla superficie della loro Coscienza, allora diventerà impossibile, da quel momento in poi, difendere, servire e supportare ciò che non merita di essere difeso, servito e supportato.
Ed è in quel momento che la Fratellanza cesserà di essere un concetto di vuota retorica per manifestarsi come realtà concreta di vita nuova, finalmente umana, per gli umani.
Jervé
down
  • Di essere stato comandato,  ignorando i veri ordini
  • Di non aver sentito le grida di chi chiedeva Giustizia
  • Di non aver contribuito ad allentare il giogo
  • Di aver permesso ai Padroni di comandare
  • Di aver difeso gli Indifendibili
  • Di non aver dato voce a chi già non ne aveva
  • Di aver taciuto quando sarebbe stata ora di parlare
  • Di aver contribuito involontariamente ad opprimere gli oppressi
  • Di aver zittito quanto c’era da urlare
  • Di aver negato quanto c’era da affermare
  • Di non aver ascoltato quanto c’era da ascoltare
  • Di aver guardato in una unica e sola direzione
  • Di aver favorito anziché arrestare chi veramente lo meritava
  • Di essere rimasto in vigile attesa quando non v’era nulla per cui ne valesse la pena
  • Di non aver compreso quanto c’era da comprendere
  • Di non aver saputo piangere quanto chi mi stava di fronte
  • Di non aver ascoltato chi meritava di esserlo
  • Di aver fatto tacere chi già, non aveva voce
  • Di aver fatto gridare chi non ne aveva diritto
  • Di aver fatto rispettare regole che di fatti, non lo sono
  • Di aver sacrificato chi con Amore mi è affianco da una vita
  • Di aver detto sempre la verità, scoprendo che essa era solo una grande Bugia
Di tutto questo e di tanto altro mi VERGOGNO e chiedo PERDONO a Dio ed agli Uomini.
Ma soprattutto chiedo perdono ai miei Figli, perché il loro padre non sapeva quel che faceva.
Un Carabiniere
Un Padre

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