venerdì 21 marzo 2014

LOTTARE CONTRO QUESTI CRIMINI CONTRO GLI UMANI E GLI ANIMALI

[...] La lotta a oltranza contro i vivisezionisti e chi li protegge non è altro che un atto di legittima difesa. Essi ci rendono malati e ci uccidono, oltre che torturare milioni di animali.
L'uomo pensante ha il diritto di difendersi, e l'uomo onesto ha il dovere di combatterli, con tutti i mezzi e senza riguardi.
Per arrivare all'abolizione della vivisezione occorre procedere in quattro sedi diverse: Vedi qui:
È solo una questione di tempo e di modalità: ma prima o poi l'abolizione della vivisezione è inevitabile. Dato che essa si è dimostrata rovinosa per la medicina, per la salute e per la morale, è assurdo volerla "regolamentare".
Non ci può essere regolamentazione dell'assassinio, così come non ci può essere regolamentazione delle alluvioni: vanno impediti, con tutti i mezzi.
La lotta a oltranza contro i vivisezionisti e chi li protegge non è altro che un atto di legittima difesa. Essi ci rendono malati e ci uccidono, oltre che torturare milioni di animali.
L'uomo pensante ha il diritto di difendersi, e l'uomo onesto ha il dovere di combatterli, con tutti i mezzi e senza riguardi.
Per arrivare all'abolizione della vivisezione occorre procedere in quattro sedi diverse:
1° in sede morale, dimostrando al grande pubblico, ai governi, ai legislatori, che si tratta di una pratica a tal punto immorale e diseducativa che andrebbe vietata anche se, anziché causare gli incalcolabili danni che ormai conosciamo, fosse utile per l'umanità; i vivisettori vanno bollati a fuoco; i loro nomi, accanto alle relazioni delle loro bravate e alle immagini delle loro vittime, vanno pubblicizzati nei grandi giornali (a pagamento, se necessario: e sovente sarà necessario), con dimostrazioni pubbliche e manifesti murali da affiggere in vicinanza dei Ministeri della Sanità e dei posti di "lavoro" dei responsabili, affinché il pubblico sappia che cosa vi accade e per colpa di chi, e i torturatori abbiano a giustificarsi, se non altro dinanzi ai propri figli.
Occorre insomma sfatare la falsa aura di "gloria scientifica" di cui un pubblico ingannato dai grandi mezzi d'informazione ha rivestito questi pseudoscienziati e mostrarli quali veramente sono. Ecco un campo di attività ancora quasi vergine per quel segmento della gioventù di oggi che è coraggiosa e idealista ma si lagna di non poter trovare cause meritevoli;
2° in sede economica, affidandosi in caso di malattia soltanto a medici o chirurghi che abbiano preso inequivocabilmente posizione contro la vivisezione, tenendo a mente quanto scrisse in proposito Richard Wagner: «Non mi affiderei mai ad un medico vivisezionista, perché saprei che non solo è un individuo senza pietà, ma anche un asino nella sua professione». Tradizionalmente insensibili alle accuse di immoralità, («noi siamo "scienziati": la morale non ci riguarda»), tutti i vivisezionisti rivelano di colpo un'umanissima sensibilità non appena vengono colpiti nel portafoglio.
Inoltre, i malati dovrebbero, nell'interesse della propria salute e coadiuvati da medici della medesima opinione, usare solo medicinali prodotti da ditte che usano esclusivamente i molto più attendibili metodi sostitutivi di ricerca, o meglio ancora fare ricorso ai rimedi naturali, molto più utili e meno dannosi, e la cui produzione non coinvolge la tortura di animali. Ecco un vasto campo ancora quasi vergine in Italia per industriali lungimiranti;
3° in sede legale, pretendendo che si proceda senza compromessi contro i vivisettori che costantemente violano le leggi sulla vivisezione là dove tali leggi esistono. Esempio: secondo la legge italiana, la vivisezione di cani e gatti è "normalmente" vietata: eppure è proprio sui cani e gatti che gran parte degli esperimenti vengono compiuti. Perché non si procede contro i responsabili? Inoltre, essendo dimostrato che gli attuali esperimenti non fanno altro che fuorviare la scienza e ritardare la ricerca, e poiché le vivisezioni sono ammesse per legge soltanto qualora possano contribuire al progresso medico, tutte quelle attualmente compiute sono illegali, così come illegale è il negare agli animali l'anestesia e la soppressione prima del risveglio. Parimenti vanno perseguiti per omissione di atti di ufficio quei medici provinciali preposti ai controlli dei laboratori che sistematicamente trascurano tale loro preciso compito. Ancora: chiunque ha subito danni alla propria salute o ha perso congiunti in conseguenza dell'errato metodo vivisezionista (v. casi del Talidomide, dello Stilbestrolo e tanti altri), deve citare in giudizio civile e penale non solo le ditte produttrici dei farmaci responsabili, ma anche le autorità sanitarie e governative che per propria comodità o per interesse hanno voluto ammettere o imporre le prove sugli animali come attendibili per l'uomo.
I primi tre punti serviranno solo da introduzione all'ultimo:
4° in sede politica. Poiché la più parte dei politici, non avendo il tempo di approfondire la questione, si lascia facilmente ingannare da chi dichiara la vivisezione «indispensabile per la salute del popolo», oppure si lascia corrompere da coloro che con la vivisezione si arricchiscono, è probabile che la pratica sarà abolita solo per volontà popolare.
Allorché la maggioranza sarà stata messa al corrente della verità, si potrà arrivare all'abolizione mediante l'elezione di un numero sufficiente di parlamentari, di ogni partito, impegnatisi a ottenerla.
La base della lotta antivivisezionista dev’essere dunque l'informazione.
Già un secolo fa, il dott. George Hoggan diceva nella sua ormai famosa denuncia pubblicata dal Morning Post:
«Si scoprirà che il maggiore ostacolo sta nella segretezza, e tutti gli sforzi vanno concentrati sulla distruzione di tale segretezza».
Da allora, la segretezza così giustamente temuta da Hoggan è stata difesa dai vivisezionisti con grande successo, con la tacita complicità dei grandi dirigenti dell'informazione pubblica, che hanno « cose ben più importanti a cui pensare ».
È stato nel tentativo di ovviare a tale stato di cose che ho voluto evocare perlomeno alcuni degli abusi che vengono commessi non solo verso gli animali, ma anche — conseguenza diretta — verso l'uomo: e che mi rivolgo non a una ristretta cerchia di zoofili, bensì a tutta l'umanità.
Senza dubbio saranno enormi i mezzi propagandistici che verranno messi in moto per impedire la rivelazione della verità. Coloro che per decenni hanno fabbricato, propagandato e autorizzato medicinali dichiarati innocui in base a prove su animali, ma in seguito rivelatisi responsabili perfino di cancri infantili, continueranno a gridare che chi li avversa vorrebbe veder morire i bambini; e senza dubbio continueranno a esserci grossi mezzi d'informazione pubblica che avranno interesse a glorificare la vivisezione.
Tuttavia già in passato altre cause giuste hanno trionfato contro organizzazioni ricche, agguerrite e senza scrupoli, ma prive di forza morale.
«È necessario rendersi edotti delle conquiste cliniche a causa della consuetudine prevalente da parte di certe autorità mediche le quali difendono la vivisezione al punto da falsare i fatti storici per creare l'impressione nel pubblico che a essa siano dovute la scoperta e l'applicazione di ogni singola diagnosi e cura. Per fortuna, anche un breve esame delle prove esistenti dimostra la falsità di tali asserzioni »:
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Principali pubblicazioni di Hans Ruesch sulla vivisezione:http://www.hansruesch.net/pubbli_ruesch.htm
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