giovedì 27 marzo 2014

L'UNIONE EUROPEA E I DANNI FATTI ALLA NAZIONE



In Friuli cancellate 437 aziende artigiane

L’avvio del 2014 consegna alle statistiche il dato peggiore del decennio: nei primi due mesi, appena 192 imprese sono state iscritte all’albo artigiano, 437 cancellate per un saldo finale negativo, pari a -245, che non stupisce tanto per il segno meno, ma per l’entità della diminuzione
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    di Maura Delle Case
    UDINE. Pagano pesantemente il periodo di crisi le imprese artigiane in provincia di Udine dove lo stock di aziende attive, circa 14.200 a inizio anno, continua drammaticamente a ridursi. L’avvio del 2014 consegna alle statistiche il dato peggiore del decennio: nei primi due mesi, appena 192 imprese sono state iscritte all’albo artigiano, 437 cancellate per un saldo finale negativo, pari a -245, che non stupisce tanto per il segno meno, ma per l’entità della diminuzione. La peggiore, come detto, dal 2005 a oggi.
    Restituiscono la preoccupante istantanea i dati della Commissione provinciale per l’artigianato (Cpa) relativi alle prime tre sedute 2014. Chiamato a commentarli, l’Ufficio studi di Confartigianato Udine non nasconde una certa preoccupazione. Non tanto, come detto, per il segno negativo del saldo, «riconducibile – spiega il responsabile dell’ufficio, Nicola Serio – a fattori di carattere amministrativo che conducono a una concentrazione delle cancellazioni di imprese dall’albo nelle prime settimane dell’anno, bensì per l’intensità del calo».
    «La maggiore tra quelle misurate nell’ultimo decennio», continua il tecnico rilevando anche il basso numero d’iscrizioni: «Giunto al minimo nel decennio, non è più in grado di assicurare il ricambio della componente imprenditoriale nella nostra provincia». Secondo Serio, «lette insieme, le cifre inerenti al saldo negativo e al basso dinamismo demografico dipingono l’artigianato in provincia di Udine sempre più simile, per condizione, a quella di una popolazione che invecchia e diminuisce numericamente».
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    Entrando nel merito dei dati, il settore che paga di più è quello dell’impiantistica e delle rifiniture edili con un saldo di -81 aziende, seguito dalle attività manifatturiere (-44), dai servizi alla persona (-41) e dall’edilizia (-38). Più contenuto è invece il calo per le aziende artigiane che svolgono servizi alle imprese (-15), servizi commerciali (-12), riparazioni e manutenzioni di auto e moto (-7) per finire con i trasporti (-7). «Questi dati – afferma dal canto suo il presidente provinciale di Confartigianato, Graziano Tilatti – testimoniano ancora una volta il livello di sofferenza del settore e rafforzano il grido d’allarme che abbiamo lanciato a inizio anno, rivolto alla Regione e in generale alle forze politiche e sociali».
    Un grido d’allarme cui il leader degli artigiani ha ridato fiato sabato mattina a Gemona, aprendo la cerimonia di consegna dei premi ai soci benemeriti di Confartigianato Udine in occasione della festa di San Giuseppe, protettore degli artigiani.
    Quest’anno più che mai, la giornata è andata oltre la festa. È divenuta l’occasione per rinnovare la stringente richiesta d’aiuto proveniente dalle file degli artigiani ma anche per ritrovare nelle storie dei 43 premiati la forza per andare avanti. Per dire e dimostrare a se stessi – Tilatti lo ha ribadito a più riprese – che l’artigianato può farcela. Che in questo Paese, pur vessato da imposte, stretta creditizia e pagamenti in ritardo (specie da parte della pubblica amministrazione), fare impresa si può ancora.
    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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