giovedì 27 marzo 2014

PERCHE GLI UMANI HANNO QUESTA PAZZIA


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Corea Nord. Nuove rivelazioni su campi regime, cani sbranavano bambini

  • 26 febbraio 2014
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  • 14.23

(ASCA) – Roma, 26 feb 2014 – Ahn Myong-Chol e’ stato testimone di molti orrori quando lavorava come sorvegliante nei campi di prigionia della Corea del Nord, ma nessuno lo tormentera’ come quello dell’immagine di alcuni cani da guardia che sbranano e fanno a pezzi cinque bambini.
Ahn, che ha lavorato otto anni nei gulag del regime di Pyongyang fino a quando e’ scappato dal paese nel 1994, ha raccontato all’AFP di quando alcuni cani che venivano utilizzati nel campo aggredirono cinque bambini che tornavano da scuola. “I cani hanno ucciso tre dei bambini, gli altri due respiravano a malapena e sono stati seppelliti vivi”, ha detto Ahn, che ha 45 anni, a margine della Conferenza di Ginevra degli attivisti per i diritti umani.
Il giorno dopo il massacro, le guardie, invece di abbattere i cani, hanno dato loro doppia razione di cibo, “come se volessero premiarli”.
“Le persone nei campi non sono trattati da esseri umani. Sono come mosche che possono essere schiacciate”, ha detto l’ex sorvegliante, uno dei tanti disertori che hanno contribuito con le loro testimonianze all’inchiesta dell’Onu, che la scorsa settimana, dopo la pubblicazione di un rapporto di 400 pagine, ha messo sotto accusa per crimini contro l’umanita’ i vertici della Corea del Nord. Dopo aver lasciato il paese vent’anni fa, Ahn ha lavorato per anni in una banca della Corea del Sud. Tre anni fa ha lasciato l’impiego per dedicarsi alla sua organizzazione non governativa, Free NK Gulag, che si occupa della divulgazione delle informazioni sulle violenze commesse nei campi di prigionia nordcoreani, dove sono rinchiusi fra gli 80 mila e i 120 mila prigionieri politici.
Quando nel 1987 intraprese la “prestigiosa” carriera di guardia militare subi’ “un vero e proprio lavaggio del cervello” e fu incoraggiato a usare la sua abilita’ nel Tae Kwon Do contro i prigionieri. “Avevamo l’autorizzazione di ucciderli se cercavano di scappare e se riportavamo indietro i loro cadaveri ci avrebbero premiato mandandoci a studiare al college”, ha raccontato ancora Ahn, sostenendo di aver percosso tanta gente ma di non aver mai ucciso nessuno. Solo quando fu promosso autista, trasportando i soldati dentro e fuori dal campo, si rese conto che il 90% dei prigionieri politici non avevano idea del perche’ fossero rinchiusi.
Nel 1994 la fuga, per scoprire in seguito che suo padre si era “suicidato” dopo che da ubriaco aveva fatto commenti negativi sul regime e che la madre, la sorella e il fratello erano stati arrestati e probabilmente inviati nei campi. Di loro non sa piu’ niente. (fonte AFP).
Questa è una notizia dell’agenzia Asca.

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