sabato 6 settembre 2014

DOVEROSO DENUNCIARE CHI OLTRE A NON PAGARE LE TASSE SFRUTTA CHI LAVORA

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«Venite, lui non paga le tasse»
Tante chiamate al 117 della Finanza

Evasori scovati anche grazie alle barche. Umbri all'estero con il gioco delle fatture per non pagare l'Iva

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La centrale operativa della guardia di finanza
di Luca Benedetti
PERUGIA - La Finanza scopre che gli umbri sono anche navigatori. La Guardia di Finanza nella caccia a chi non paga le tasse, ha dato anche un’occhiata nei porti del Bel paese per scovare umbri che avevano dimenticato di mettere nero su bianco i soldi per il Fisco. E tra i quasi cinquecento che non hanno emesso scontrini fiscali nei primi cinque mesi dell’anno e sono stai puntualmente beccati dalla Fiamme Gialle, ce ne sono un bel po’ che sono stati smascherati grazie alle segnalazioni. Di contribuenti che, magari, dopo aver preso il gelato hanno lasciato i soldi sul bancone e hanno ricevuto in cambio il pezzo di carta dell’ordinazione invece che il nero su bianco da conteggiare nelle dichiarazioni dei redditi.
«Oramai- spiega il colonnello Vincenzo Tuzi, comandante provinciale delle Fiamme Gialle della provincia di Perugia- il dato di segnalazioni che arrivano al 117, si sono stabilizzate. Siamo, in provincia di Perugia, sulle 450 all’anno. E nella maggior parte dei casi sono dettagliate e precise». C’è lo scontrino che finisce nel mirino di chi chiama i finanzieri, ma non solo.




Perché, per esempio, arrivano segnalazioni anche nei confronti di chi usufruisce di sconti per l’utilizzo dei servizi pubblici: dallo scuolabus alla retta ridotta per l’asilo. «Ma in questo caso- spiega ancora il colonnello Tuzi- funziona il deterrente dei protocolli che la Finanza ha attivato con gli enti locali, penso al Comune di Perugia. I controlli a campione hanno dato buoni risultati nel senso che solo in pochi casi (tre su 18) si è scoperto che qualcuno faceva il furbo».
I SOLDI ALL’ESTERO
Ma non sempre basta il fatto di sapere che le Fiamme Gialle passeranno al setaccio dichiarazioni e carte, per convincere a pagare le tasse. Se c’è l’umbro beccato grazie alla barca lasciata in qualche porto importante, c’è anche chi utilizza gli affari con l’estero per far saltare il banco delle tasse. Non c’è soltanto la tradizionale fuga dei capitali all’estero per cercare di garantire l’impunità fiscale del nero fatto in casa, ma ci sono sistemi ancora più raffinati. Spiega ancora il comandante Tuzi: «Per esempio c’è chi utilizza società estere per ricevere fatture fasulle che abbassano la base imponibile per l’Iva. Ma si tratta di operazioni inesistenti». Insomma, si fa un po’ di cosiddetta cartiera coperta dal fatto che una società umbra ha rapporti all’estero e che quindi le operazioni fittizie possono essere nascoste con più facilità visto che dovrebbe essere più difficile risalire alle società che emettono le fatture col trucco.
L’IDENTIKIT
Secondo i dati in possesso della Guardia di Finanza ha 45 anni lavora nel settore dell’edilizia (e comparti dei mercati collegati) ma anche il commercio è in classifica insieme ai servizi professionali e all’intrattenimento e lo sport.
LA CRISI
Con la crisi gli studi della Guardia di Finanza sugli evasori umbri, notano come cambi il mercato. C’è una crescita importante di evasione. «Per esempio- spiega ancora il colonnello Tuzi- c’è chi cerca fino alla fine di pagare gli stipendi dei dipendenti, lasciando indietro la parte fiscale e, a volte, quella contributiva. Mentre si nota un altro fenomeno. Che entra nell’area nera dell’evasione e dell’elusione anche chi, fino ad oggi, aveva, per così dire, una fedina fiscale , immacolata». Segno delle grande difficoltà che hanno le imprese a stare dentro ai binari della legge.
IL LAVORO NERO
Tra le segnalazioni che arrivano tramite il 117 e che i finanzieri vagliano, ci sono anche quelle legate al lavoro nero. Nei primi cinque mesi dell’anno sono stati scovati, in tuta l’Umbria 93 lavoratori in nero e altri 23 irregolari.
Mercoledì 26 Giugno 2013 - 22:32
Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Giugno - 00:34
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