lunedì 28 aprile 2014

COSA SI NASCONDE DIETRO QUESTO STATO

CHI ERA VERAMENTE WOJTYLA? ECCO LA LISTA DEI FATTI OCCULTATI CHE NESSUNO VI DIRÀ MAI.

Pope John Paul II, who made Opus Dei the first...
Image via Wikipedia
CHI ERA GIOVANNI PAOLO “POLACCO” II
Al di là della tanta propaganda istituzionale operata da tv e giornali, quanti sanno chi era in realtà tale papa Giovanni Paolo II?
La gente che crede di amarlo è perché non conosce la verità.
Karol Wojtyła, in arte Giovanni Paolo II (Wadowice, Cracovia 1920 – Città del Vaticano 2005), papa (1978-2005),
appena divenuto papa nel 1978 diede la prelatura personale alla congrega occulta dell’Opus Dei, ufficialmente una prelatura personale, in pratica un’autonomia giuridica dentro la Chiesa, la stessa considerata pericolosa dalla chiesa stessa. L’Opus Dei, anche detta Octopus Dei, “la piovra di Dio”, in riferimento alla struttura mafiosa dell’istituzione quanto mai segreta, detiene il controllo di circa una cospicua catena di banche ed un’infinità di aziende nel mondo. La stessa Opus Dei che tutt’oggi aliena i beni materiali dei nuovi adepti e, come è stato ampiamente dimostrato in seguito a testimonianze dirette dei fuoriusciti, li depersonalizza fino a renderli psicolabili, spesso causandone il suicidio; la stessa Opus Dei che al pari della mafia si è resa responsabile di misteriosi suicidi-omicidi noti e meno noti. Vogliamo credere che il papa non sia mai stato a conoscenza dell’identità sociale e politica dell’Opus Dei da lui stesso autorizzata, da lui stesso sostenuto per ben 27 anni?
Il fondatore dell’Opus Dei, José María Escrivá de Balaguer (Barbastro 1902 – Roma 1975), fu amico e consigliere del dittatore fascista – stragista Francisco Franco. José María Escrivá de Balaguer, fascista, amico e consigliere del dittatore fascista – stragista Francisco Franco fu proclamato beato nel 1992, e canonizzato nell’ottobre del 2002 da Giovanni Paolo II.


All’inizio degli anni ’80 Giovanni Paolo II difende la strategia nucleare e ne accetta il principio. 
L’11 Giugno 1982 dichiara: <<La bomba atomica permette di andare verso la pace>>. L’episcopato francese condivide senza riserve dichiarando che: <<si tratta di lottare contro il carattere repressivo e aggressivo dell’ideologia marxista-leninista>>. Al contrario non fu mai espressa una condanna altrettanto ferma nei confronti del nazi fascismo.
Tra 1976 e il 1983 durante la dittatura argentina di Augusto Pinochetpoté portare fino in fondo il suo piano di terrore grazie all’acquiescenza delle diplomazie internazionali. Tra persone bruciate nei forni, gettate in fosse comuni oppure in mare aperto con i cosiddetti “voli della morte”, gestiti con macabra efficienza dall’Aeronautica militare, il quale le stime ufficiali hanno calcolato che morirono un milione di persone. La “sparizione forzata” è oggi considerata dal Tribunale penale internazionale e dalle Nazioni Unite un crimine contro l’umanità. Dopo il crollo delle dittature, in America latina furono istituite molte commissioni per indagare sulle sparizioni avvenute nei decenni precedenti e molti personaggi politici e militari (tra cui gli ex dittatori del Cile e dell’Argentina, Augusto Pinochet e Jorge Videla) furono inquisiti e in alcuni casi condannati. La dittatura argentina (che causò anche più di un milione di fuoriusciti) anche indifferenti alle denunce di alcune organizzazioni umanitarie e soprattutto a quelle delle Madres de Plaza de Mayo (Madri di piazza di Maggio), un’organizzazione formata da alcune madri di scomparsi già agli inizi del 1977. Ebbene, non solo Wojtyla andò a trovare personalmente in Argentina Augusto Pinochet, autore di genocidi inauditi, uno dei peggiori trucidatori della storia, ma ne diventò persino suo amico. 
Il papa polacco scioccò tutto il mondo quando 1987 in Cile strinse la mano del boia Augusto Pinochet affacciandosi con lui dalle finestre del palazzo presidenziale. In quella circostanza si guadagnò la lettera di “Giuda” da parte delle madri dei Desaparecidos. Oltre alle foto esistenti dei loro incontri, ci sono le prove che i due intrattennero un rapporto continuativo anche dopo quell’occasione, fino a si scambiarsi reciprocamente gli auguri ad ogni ricorrenza festiva.
Come se ciò non bastasse, durante la sua visita in Croazia nell’ottobre 1998, Papa Woityla ha beatificato il dr. Aloysius Stepinac, vescovo cattolico, che si rese complice dei misfatti perpetrati in Croazia da Ante Pavelic. Wojtyla lo ha premiato, beatificando questo criminale. 
Lo stesso Karol Woityla che nel 2000 ha avuto l’insolenza di “beatificare” Papa Pio IX. Per chi ancora non lo sapesse, Pio IX affermava nelle sue Instruzioni del 20.6.1866 che: “la schiavitù in quanto tale, considerata nella sua natura fondamentale, non è del tutto contraria alla legge naturale e divina; Possono esserci molti giusti diritti alla schiavitù e sia i teologi che i commentatori dei canoni sacri vi hanno fatto riferimento. Non è contrario alla legge naturale e divina che uno schiavo possa essere venduto, acquistato, scambiato o regalato.” Pio IX si è reso anche autore del famigerato Sillabo, dei crimini di razzismo contro gli ebrei, degli assassini di patrioti italiani che lottarono per l’unità d’Italia e della decapitazione del cappellaio romano Antonio De Felici (quest’ultimo condannato a morte perché sorpreso con uno scalpello da intagliatore su un pianerottolo delle scale del Palazzo Vaticano). I cattolici sul conto degli ebrei hanno diffuso le più assurde ed infami credenze ed accuse, tra cui quelle che il giudaismo prescriveva sacrifici rituali di cristiani e che gli ebrei impastassero la matzah, il pane azimo pasquale, col sangue dei cristiani: in questo modo hanno provocato ed istigato stragi di ebrei che sono state perpetrate sino alla fine del diciannovesimo secolo, anche “grazie” alle istigazioni all’odio razziale diffuse da Civiltà Cattolica, il giornale politico ed antisemita voluto e fondato da Pio IX nel 1850. A tale proposito ricordiamo che uno degli ultimi rapimenti, avvenuto a Bologna il 23.6.1858, fu quello di Edgardo Mortara. Il mandante di questo crimine fu Pio IX. Ebbene, Karol Woityla nel 2000 beatificò Pio IX. Ovverosia, Karol Woityla è stato capace di beatificare anche questo criminale.
Il papa polacco, divenuto l’imbonitore delle folle, propagandato come personaggio carismatico,mise a capo della banca vaticana Paul Marcinkus, attraverso il quale la Chiesa Cattolica comprò azioni false e rubate per un miliardo di dollari, ed arrivò a gestire una mole impressionante di loschi affari che fruttarono alle proprie casse centinaia di milioni di dollari. Lo IOR, ufficialmente l’Istituto per le opere religiose, è in realtà la banca di proprietà del Papa che sin dagli inizi, è stata più volte coinvolta nei peggiori scandali, corruzione e intrighi. Per decenni vi hanno transitato i capitali di Cosa Nostra, grazie a personaggi mossi dal Vaticano come Michele Sindona,Roberto Calvi. L’allora vescovo Paul Marcinkus, tra i tanti affari poco puliti, acquistava banche e società da Calvi e poi le rivendeva allo stesso Calvi a prezzi superiori. Tutto venne documentato da registrazioni ed intercettazioni dell’FBI, prima di diventare il Crack finanziario che tutti ricordano. Quando nel 1983 Paul Marcinkus venne riconosciuto colpevole di bancarotta fraudolenta, falsa emissione di assegni, e venne anche condannato per istigazione all’omicidio per il caso dell’Ambrosiano Veneto, papa Giovanni Paolo II consentì a Marcinkus di rifugiarsi negli Usa fino al 1992: anno in cui Marcinkus morì.
Come mai Giovanni Paolo II non chiese un regolare processo per il delinquente Paul Marcinkus, ma al contrario, oltre a consentirgli un incarico che lo rese ricco, lo estradò negli Usa garantendogli la protezione fino alla fine dei suoi giorni?
E’ Lo stesso papa polacco che suscitò lo sdegno dell’opinione pubblica quando rifiutò di ricevere Rigoberta Menchù, giovane guatemalca premio Nobel per la pace nel 1992.Rigoberta Menchù nel 1981, per sfuggire agli “squadroni della morte” (le milizie di estrema destra al soldo dei latifondisti e del governo), si recò in esilio in Messico, dove consacrò la sua vita alla lotta non violenta per i diritti delle popolazioni indigene centroamericane. Collaborò in seguito con la Commissione per i diritti umani dell’ONU a Ginevra e dal 1986 fu membro del Consiglio dell’ONU per i diritti degli indios. Per il suo impegno ottenne nel 1990 il premio dell’UNESCO e nel 1992, a soli trentatré anni, fu insignita del premio Nobel per la Pace. Karol Woityla rifiutò di riceverla. Pertanto non c’è da stupirsi che il cristianesimo ufficiale si schieri sia a favore della deterrenza nucleare per la guerra post-moderna, sia a favore della pena di morte.
Tra Aprile e Giugno 1994 Wojtila ha consentito quasi un milione di morti in tre mesi in Rhuanda, rimanendo in omertoso silenzio: tacendo durante i massacri. Il genocidio dei Tutsi da parte degli Hutu nel Ruanda fu sostenuto, difeso, e coperto dalla chiesa cattolica e dall’istituzione in loco, con il silenzio-assenso del pontefice Giovanni Paolo II. Costui è stato capace di esporsi per i religiosi che dovevano sfuggire alle insidie della guerra, ma non è stato pronto a farlo per la comunità dei Tutsi. Per quest’ultimi non solo non ha mai fatto nulla, né ha mai mostrato alcuna compassione, ma, al contrario, si è reso corresponsabile della discriminazione razziale prima della guerra in Rhuanda: la discriminazione per l’entrata in seminario, per la formazione, per l’ordinazione, fino a quella per la direzione di scuole cattoliche e l’avanzamento nella gerarchia ecclesiastica. Alcuni membri del clero hanno acquistato e distribuito molti machete, e, dopo aver localizzato le vittime, hanno preso parte agli orribili massacri. Questi cattolici hanno rinchiuso le vittime nelle chiese, le hanno incendiate, e poi hanno cancellato ogni traccia della carneficina con i Bulldozer. Ebbene, dopo lo sterminio, tra l’altro compiuto con il bene placido dell’allora ministro francese Francois Mitterand, la chiesa utilizza alcuni conventi per sottrarre i massacratori cattolici alla giustizia, attivando una cavillare e segreta rete di protezione per la fuga in Europa. La chiesa cattolica fornisce biglietti aerei grazie all’associazione Caritas International, proteggendo i criminali ed impedendo loro di essere processati e, come se ciò non bastasse, alcuni di questi vescovi vengono reinseriti nelle parrocchie. Dopo che la scoperta del genocidio diviene di pubblico dominio, Wojtyla corre ai ripari con una lettera salva facciata al presidente della Repubblica del Ruanda. Un comunicato formale senza neanche un’ombra di accusa nei confronti degli assassini, né una parola di rammarico per l’accaduto. Nessun atto di deplorazione né di pentimento da parte della chiesa. Papa Giovanni Paolo II chiede di sospendere la pena di morte per gli autori della carneficina, e non pronuncia, né pronuncerà mai, una sola parola di dolore per le vittime.
Inoltre Wojtila ha coperto una quantità considerevole di abusi sessuali commessi da preti cattolici. Il cardinale Stanislao Dziwisz, per quarant’anni segretario di Karol Wojtyla (ventisette dei quali in Vaticano), ed arcivescovo di Cracovia, ha coperto numerosi casi di abusi e molestie perpetrati da prelati polacchi e alte personalità ecclesiastiche. Nel mirino, il mancato intervento del braccio destro di Giovanni Paolo II in alcune vicende particolarmente scabrose, nonostante le circostanziate denunce coinvolgessero influenti personalità della gerarchia ecclesiastica. Tra questi, un arcivescovo connazionale e amico di don Stanislao e il fondatore dell’ordine religioso in maggior crescita oggi al mondo: i Legionari di Cristo. Fin dal 2000 l’«angelo custode» del Pontefice sarebbe stato informato di gravi casi di molestie che vedevano coinvolti prelati celebri, ma avrebbe «insabbiato» il dossier che proveniva dal clero polacco e da un tribunale ecclesiastico sudamericano. L’accusa è pesante, simile a quella che ha costretto alle dimissioni il cardinale Bernard Law, l’ex arcivescovo di Boston nominato arciprete di Santa Maria Maggiore a Roma.  In primo luogo risulterebbe che il cardinale Dziwisz avrebbe ignorato le rivelazioni di esponenti della Chiesa polacca che avevano per oggetto un suo sodale. Invece di attivarsi per verificare le gravissime accuse contenute nelle informative, don Stanislao avrebbe tenuto prudentemente in un cassetto gli allarmanti documenti che gli aveva inviato, sette anni fa, un gruppo di sacerdoti per avvertirlo degli abusi di monsignor Juliusz Paetz, allora arcivescovo di Poznan, a danno di seminaristi. Nel 1999 erano ormai diffuse le voci di illecite avances compiute verso seminaristi dall’arcivescovo Paetz, stretto collaboratore del pontefice. Era accusato di recarsi da loro nottetempo, di abbracciare giovani religiosi in pubblico e di servirsi di una galleria sotterranea per andare dalle sue vittime. Il rettore del seminario prese seriamente le accuse e vietò all’arcivescovo l’ingresso al collegio. I preti che avevano indirizzato l’informativa riservata a don Stanislao si aspettavano una pronta reazione da parte del segretario del Papa e avrebbero scoperto, invece, con grande stupore, che Karol Wojtyla era stato completamente lasciato all’oscuro della vicenda. Lo scandalo dell’arcivescovo Paetz venne poi alla luce indipendentemente dalla denuncia fatta giungere a monsignor Dziwisz e portò alle clamorose dimissioni del presule polacco nel 2002. (da “Il libro nero del Vaticano”, ediz. Libreria Croce)
Lo stesso Karol Wojtila il cui potere gli ha garantito la sopravvivenza del Cattolicesimo più retrivo, cosi’ come gli ha consentito di affermare il proprio inespresso lato artistico, con tanto di concerti papali insieme a nomi di fama mondiale e Rock Stars considerati “peccatori Doc”, ma redenti per la ghiotta occasione e per la giusta causa del Dio denaro. Il Giubileo ha anche ufficializzato il lato artistico del Santo Padre con l’uscita del compact disc Abba Pater, un cd poco suonato nelle radio e nelle discoteche, ma in compenso molto apprezzato nei conventi, nelle chiese, e nelle cerimonie funebri.
In tutto il mondo abbiamo assistito all’evento del Giubileo, durante il quale l’anno “Santo” è stato gestito come una sorta di Woodstock per aristocratici, con tanto di merchandising ed introiti da Film Hollywoodiani, in seguito utilizzati per ristrutturare una parte degli appartamenti di proprietà del Vaticano, e rivenderli a più del doppio del loro valore. […]
Lo stesso Wojtila tanto risoluto nell’escludere le donne dal sacerdozio quanto nello scagliarsi contro la contraccezione e l’uso del profilattico; quest’ultima sua crociata mediatica ha coinciso con l’aumento esponenziale di migliaia di morti per Aids nel mondo.In pratica è stata un’istigazione al suicidio ed omicidio di cui nessuno nella Chiesa ha mai pagato. Infatti a causa della chiesa a pagare sono sempre e comunque le vittime innocenti. (Ibidem)
Grazie a Wojtila, il Vaticano nel Catechismo difende e giustifica la pena di morte (articolo 2267). Pertanto non c’è da stupirsi se nell’indice non è presente nessuna voce dedicata alla pena capitale.
Mentre l’ingegnosa messa in scena mediatica ci mostrava un Giovanni Paolo II predicatore del bene e nemico del male, alcuni dei peggiori delinquenti frequentavano il Vaticano, venendo regolarmente ricevuti dal Papa in persona.
E’ lo stesso Wojtila che intratteneva rapporti d’affari con personalità ambigue, frequentando personaggi quali Cesare Geronzi, Giovanni Bazoli, Calisto Tanzi, Fazio e Fiorani. Quasi trent’anni vissuti tra la città del Vaticano ed il resto del mondo: è possibile che il papa frequentasse gente così senza sapere chi fossero? Che cosa avevano da condividere questi delinquenti con il papa? Vogliamo ancora continuare a credere che il papa non fosse a conoscenza dell’identità sociale e politica dei suoi amici?
Karol Wojtila che ha vissuto nel lusso più sfrenato, nelle sontuose stanze regali del Vaticano circondato da imponenti servitù e preziosi tappeti rossi; lo stesso papa che mangiava con le posate d’oro, che andava in giro per il mondo con jet privati ed un esercito di persone per la sua scorta. Il tutto mantenuto a spese dei cittadini tramite la truffa istituzionalizzata dell’otto per mille, ottenuta dallo stesso Wojtila grazie alla legge del 1985 del suo amico Bettino Craxi.
LOGICA CONCLUSIONE
Questa cospicua ed indegna parte della nostra storia è avvenuta sotto i nostri occhi, mentre i Mass Media mostravano al mondo un papa Wojtila che predicava a favore dei poveri e contro la ricchezza: la medesima ricchezza imperialista che Giovanni Paolo II ha sostenuto a spada tratta dietro le quinte. La gente che ritiene di amarlo lo crede perché non conosce la verità. Il Giovanni Paolo II che i Mass Media ci hanno mostrato per 27 anni – e che ancora ci mostrano – è la facciata ripulita, costruita ad Hoc per le masse, mentre il pontefice e la chiesa operavano indisturbati nei loro loschi affari. Le informazioni che il cittadino riceve dai media sono talmente ben manipolate che anche l’occhio più esercitato è facilmente tratto in inganno. Le forze teocratiche vogliono incessantemente proporre una maschera, una parvenza di potenti illusioni; perciò fanno leva sull’illusione della legalità, la quale fa parte della messa in scena voluta dai detentori del monopolio politico. Il popolo italiano viene ridotto al punto che da lui si pretendono le pezze d’appoggio destinate a mandarlo in rovina. L’attuale regime teocratico che rappresenta la nostra società ne è la piena conferma. Il resto è storia, ovverosia l’indegno dietro le quinte oculatamente nascosto: la vera faccia del polacco Wojtila. Segno evidente che la chiesa cattolica non è mai stata, non è, e non potrà mai essere amica dei popoli oppressi. Al contrario, come la storia c’insegna, la chiesa cattolica è il simbolo dell’oppressione di tutti i diritti civili nel quadro della soppressione degli essenziali diritti umani.
Tony Braschi©opy®ight 2009. Tutti i diritti riservati.
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CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA (7 dicembre 2000)
LA GIORNATA DEL PERDONO
Il 12 marzo 2000, nel corso di una spettacolare celebrazione in Vaticano, il papa ha chiesto «scusa» in mondovisione per le colpe passate della Chiesa. Molti si sono affannati a rendere omaggio alla decisione di Wojtyla: ma quanti di costoro hanno ragionato sulla portata di queste scuse? La giornata era stata preparata da un documento di una commissione teologica internazionale – di cui faceva parte il responsabile dell’ex-inquisizione (ed antisemita) Joseph Ratzinger – ed è stata incentrata soprattutto sull’omelia di Wojtyla e sulla confessione dei peccati da parte delle gerarchie ecclesiastiche e del papa stesso.
ALCUNE OSSERVAZIONI
·    Il perdono viene chiesto a dio, non alle vittime.
·    I peccati non sono della Chiesa – istituzione, ma dei figli della Chiesa.
·    Per “Chiesa” si intende comunque la comunità dei battezzati.
·    Ne deriva che la responsabilità dei peccati è difficilmente attribuibile: infatti nessun nome di colpevole è stato pronunciato, tutto è estremamente generico e ampiamente chiosato per accontentare i cattolici più conservatori.
·    Se i cattolici hanno delle colpe, gli altri sono peggio: nell’omelia il papa chiede perdono per «…l’uso della violenza che alcuni di essi hanno fatto… per gli atteggiamenti di diffidenza e di ostilità assunti talora nei confronti dei seguaci di altre religioni», salvo poi lamentarsi delle «innumerevoli volte che […]hanno subìto angherie, prepotenze e persecuzioni a motivo della loro fede».
·    Si chiede perdono per «…i mezzi dubbi per i fini giusti», ma non per i fini ingiusti (qual era il fine «giusto» nel bruciare le streghe?).
·    Si definisce semplicisticamente il regime nazista come «pagano», sottacendo le prese di posizione a suo favore dei vescovi tedeschi.
·    I peccati vengono collocati soprattutto nel secondo millennio: forse perché i pagani, massacrati nel primo, non sono più in grado di pretendere qualcosa.
·    L’ateismo è il male principale del giorno d’oggi e si invitano i non credenti a purificare anch’essi collettivamente i loro risentimenti (?).
UNA RACCOLTA DI OPINIONI
LEONARDO BOFF (teologo della liberazione): «il primo perdono che dovrebbe chiedere la Chiesa dovrebbe essere ai poveri defraudati. Per essere una Chiesa ricca e perché quando altri hanno appoggiato i poveri, furono condannati come falsi profeti».
DOMENICO TOMASETTO (presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane): «una richiesta di perdono che […] costituisce soltanto un ottimo spettacolo mediatico, ma non ha rilevanza nell’esistenza teologica».
HANS KUNG (teologo dissidente): «è una deludente cerimonia pomposa e barocca. Nel suo confiteor deplora ma non chiama niente per nome […] non è giusto sostenere che i nazisti sarebbero stati ancor più crudeli se il papa avesse parlato. Si sarebbe prodotto un effetto enorme se Pio XII avesse scomunicato i responsabili dell’Olocausto, alcuni dei quali erano cattolici: Hitler, Goebbels…».
AMOS LUZZATTO (Comunità ebraiche italiane): «non vi è contraddizione tra il pentimento espresso dalla Chiesa per quanto perpetrato contro gli ebrei nel passato e la beatificazione di Pio IX che ne fu uno dei perpetratori? […] Mi aspettavo un riconoscimento delle responsabilità politiche della Chiesa per le persecuzioni antiebraiche: ad esempio sull’istituzione dei ghetti per i quali la Chiesa ancora non ha praticamente detto mai nulla».
BARBARA RAGGI (Manifesto 8/3): «il messaggio arriva chiaro: il pontefice ammette gli errori del passato. Nessuno chiede conto di quelli del presente che pure si affastellano sotto gli occhi di tutti. E soprattutto si cela il nesso tra le colpe di ieri e quelle di oggi. Gli argomenti con cui si pretende la parità scolastica e il divieto della marcia gay sono gli stessi che, in secoli lontani, hanno portato alle violenze e agli eccessi per cui si implora perdono. La radice della sopraffazione è la credenza di avere in custodia la morale naturale, valida per tutti e per tutte, cui bisogna sottomettersi indipendentemente dalle proprie valutazioni. Una morale le cui chiavi sono custodite a Roma, dal vicario di Cristo unico a poter decidere cosa è ammissibile e cosa non lo è. Finché una commissione di teologi non dirà che tale credenza è falsa ed è la radice di tutti gli errori e gli orrori compiuti “dai figli della Chiesa” siamo autorizzati a pensare che non di autocritica si tratta ma di una banale operazione di marketing».
ENZO MAZZI (Manifesto 8/3): «sotto questo manto imbiancato e lucente covano nell’intimo della Chiesa – istituzione quasi intatti i germi mortiferi della violenza: l’assolutismo del potere monarchico del papa il quale è legge a se stesso e a nessun’altra legge umana è sottoposto, la capillarità planetaria della diramazione del potere gerarchico, la immensa ricchezza mai sazia che rende la Chiesa corresponsabile dell’impoverimento delle grandi maggioranze, la certezza che la gerarchia cattolica è depositaria infallibile sia della verità etica sulla natura sia della verità soprannaturale e quindi anche dei mezzi per la salvezza del mondo e di ogni singola persona».
EUGENIO SCALFARI (Repubblica 13/3): «la confessione delle colpe è un atto politico essenziale […] questa grandiosa assunzione di colpa […] riguarda poco l’anima dei fedeli; riguarda piuttosto i teologi […] e i diplomatici […] Obiettivi alti, ma politici…».
FRANCO GRILLINI (Arcigay): «il Vaticano chieda perdono anche agli omosessuali che rappresentano le vittime tra le più numerose della violenza teocratica di ieri come di oggi».
DIARIO DELLA SETTIMANA (22/3): «le cataste di vittime accumulate fino al cielo sono la ragione stessa della diffusione mondiale che la Chiesa cattolica ha oggi».
DANIELE GARRONE (Riforma in rete, 24/3): «in Italia ha credito l’affermazione, tanto diffusa quanto infondata, che solo la Chiesa cattolica abbia riconosciuto le sue colpe storiche. C’è chi enfatizza la posizione cattolica per apologia o per polemica (anche contro il pensiero laico), ma soprattutto vi è una sostanziale ignoranza (perché lo si ignora effettivamente o perché lo si vuole ignorare) di ciò che avviene al di là del Vaticano, nel resto della cristianità. Il fenomeno è particolarmente evidente sui mass media, a nessuno dei quali, per esempio, è venuto in mente di proporre dei servizi su come le altre chiese affrontano il problema delle colpe storiche; da noi, la posizione degli altri cristiani è tutt’al più una nota di colore. L’organizzazione piramidale della chiesa di Roma e la sapiente enfatizzazione mass-mediatica (accentuata in questo Giubileo) di tutto ciò che ha il papa come protagonista contribuiscono ad accentuare l’impatto di ogni discorso di Roma».
PEDRO MIGUEL (La Jornada 14/3): «…ogni genocidio (e Roma ne ha molti a suo carico) è doppiamente intollerabile se sfocia nell’impunità e nelle simulazione; per esempio, la vistosa “richiestuccia di perdono” del 12 marzo…».
JUAN JOSÉ TAMAYO (El Pais 13/3): «…mentre si chiede perdono degli errori storici, si continuano a mantenere, all’interno della Chiesa, comportamenti repressivi e lesivi dei diritti dei cristiani e delle cristiane […] il Vaticano ha reagito avviando un’operazione di pulizia teologica che ha colpito non pochi dei più qualificati teologi…».
RUPERT SHORT (The Guardian 13/3): «perché allora le sue affermazioni, accanto all’ammirazione, hanno causato aspre critiche? Molti cattolici, a parte quelli che sono fuori dalla Chiesa, sentono che la richiesta di scuse è stata pronunciata scandalosamente tardi […] questo papa è stato felice di accettare o estendere uno stile autoritario nel governo della Chiesa».

domenica 20 aprile 2014

RE E PROFETI

Re e Profeti

Sebbene sia consapevole che la maggior parte di voi, gentili Lettori, preferisca leggere testi edificanti e colmi di speranza per il futuro, è necessario occuparsi anche di coloro che a tutt’oggi sono completamente all’oscuro delle incredibili e diaboliche macchinazioni alle quali è sottoposta da decenni l’Umanità.

È mia convinzione, infatti, che ciascuno di noi sia chiamato a dare il proprio contributo affinché un sempre maggior numero di abitanti di questo nostro povero e martoriato Pianeta possa risvegliarsi e prendere coscienza del Bene e del Male in cui è immerso.

Chiedo perciò con grande forza ad ognuno di fare la sua parte, con i mezzi di cui dispone, per diffondere, ma soprattutto “Essere” nei comportamenti, al fine di poter raggiungere la famosa massa critica (significato QUI) atta a capovolgere all’istante la situazione globale.

Otto Hermann Kahn

In un momento di franchezza dopo la prima guerra mondiale, Otto Khan, partner della banca Kuhn Loeb, ha spiegato che i banchieri Cabalisti “rifanno” il mondo, creando conflitti artificiosi e determinandone il risultato.

Si tratta specialmente delle due guerre mondiali, della guerra fredda e di quella “contro il terrorismo”, per non parlare della finta frattura “destra-sinistra” che mantiene l’America (o altri paesi) in un vicolo cieco.

Otto Kahn (1869-1934) è stato un socio di Jacob Schiff e Paul Warburg Kuhn Loeb, la più influente banca d’investimento americana. È quindi interessante ricordare quello che ha detto a proposito della strategia sionista degli Illuminati.

August Conte di Sant’Aulaire

“Noi scioglieremo tutte le Nazioni”

Nel suo libro “Geneva Versus Peace” (Ginevra contro la Pace) del 1937, il Conte di Sant’Aulaire, che è stato Ambasciatore francese a Londra dal 1920 al 1924, ha scritto di essersi ricordato di una conversazione avuta durante una cena con il direttore del Kuhn & Loeb, Otto Kahn, poco dopo la Prima Guerra mondiale.
Questo resoconto “scioccante” è stato ben presto eliminato dalla memoria storica.

In quell’occasione Otto Kahn ha asserito che i banchieri centrali Cabalisti utilizzavano anche il nazionalismo ebraico (Sionismo Sabbatiano) al fine di annullare le identità nazionali e “unificare” il mondo, soppiantando Dio per invertire la realtà.

Ha ammesso che il loro scopo era quello di distruggere gli stati-sovrani: “Noi Ebrei formiamo una Società di Nazioni che contiene elementi di tutte le altre. È questo che ci caratterizza per unificarle tutte intorno a noi. Siamo stati accusati di essere gli agenti che hanno organizzato il loro dissolvimento. È soltanto facendo leva sui punti inattaccabili a questa sintesi di elementi nazionali, di cui i nostri formano contemporaneamente i modelli e i modi, che agiamo come fattore disgregante.”

Questo passaggio spiega gli attacchi contro la Libia, l’Iraq, la Siria; tutti gli stati indipendenti sono nel mirino.


Il Conte di Sant’Aulaire riporta: Ho custodito nella memoria la conversazione scambiata con uno di questi “àuguri” (indovini; ndt) la cui tavola era vicina alla mia in queste cene internazionali…

Egli sarebbe poi diventato il direttore di una grande banca di New York, una di quelle che ha finanziato attivamente la Rivoluzione Bolscevica…

Un invitato gli ha chiesto come fosse possibile che l’alta finanza proteggesse e promuovesse il Bolscevismo, un sistema ostile all’industria bancaria…

Il banchiere che si trovava allora a dirigere un’istituzione caritatevole, ha preso una sorso di Tocai, ha fatto una pausa, ha aspirato una lunga boccata di fumo dal suo enorme sigaro… ed ha finito col dire:

“Coloro che sono sorpresi della nostra alleanza con i Sovietici dimenticano che la nazione di Israele è la più tradizionalista di tutti i popoli, poiché è la più antica, la più unita e la più esclusiva… è esistita attraverso i secoli a dispetto di tutti gli ostacoli, e senza la patria, per darle forza e vigore.

Come il Papato, è di carattere ecumenico e spirituale… ma il suo sguardo è rivolto al futuro piuttosto che al passato, e il suo regno è di questo mondo. Tale nazione è il sale della Terra ma allo stesso tempo è la più smaliziata di tutte ed è per questo che il mondo la esalta e la spoglia.

Con il termine “spoglia”, voglio dire che il vino del nostro paese è il più bevibile del globo, ha il bouquet più fine, e le nazioni del Pianeta lo assaporano con la massima facilità, con delizia e senza il mal di testa del giorno dopo.

Ma per ritornare all’argomento del sale, conoscete voi il detto dei salatori di pesci? «Troppo sale corrode la carne, troppo poco la fa imputridire» Questo principio può essere giustamente applicato sia alla mente umana che ai popoli della Terra.

Noi Ebrei, lo impieghiamo come si dovrebbe, essendo il sale l’emblema della saggezza. Lo mescoliamo discretamente con il pane che gli uomini consumano.

Lo somministriamo in dosi corrosive soltanto in situazioni eccezionali, quando è necessario sbarazzarci dei residui di un passato immorale, come nel caso della Russia zarista.

Lo Zar Nicola II Romanov e famiglia. Tutti sterminati dai Bolscevìchi.

Questo dovrebbe fornirvi la spiegazione parziale della nostra visione favorevole nei confronti del Bolscevismo; si tratta di una salatura ammirevole utilizzata per corrompere e distruggere e non per conservare…

Obbietterete che il marxismo è l’antitesi del capitalismo, il quale è altrettanto sacro ai nostri occhi. Ed è proprio per questo motivo che, fronteggiandosi l’un con l’altro, pongono nelle nostre mani i due poli di questo Pianeta, consentendoci di esserne l’asse direttivo.

Gli opposti, come il Bolscevismo e noi stessi, hanno così la loro collocazione nell’internazionalità. Si trovano al centro del loro obbiettivo: la ricomposizione del mondo dall’alto, attraverso il controllo delle ricchezze, e dal basso, per mezzo della rivoluzione.

Per secoli la Cristianità ha dato l’ostracismo ad Israele, mantenendolo in un ghetto… come punizione per aver ucciso Dio. Questa sorte ci ha salvati, e attraverso noi salverà l’Umanità. Grazie a Lui, abbiamo preservato la nostra genìa e la nostra missione divina…

Tale missione consiste nel promulgare una nuova Legge creando un Dio, ossia depurandone l’idea e realizzandola quando i tempi saranno venuti. Purificheremo il concetto di Dio, identificandolo con la conoscenza di Israele, che è diventato il suo proprio Messia.

La sua venuta sarà facilitata dal trionfo finale di Israele. In queste convinzioni troviamo il nostro Nuovo Testamento, in cui riconciliare i Re e i Profeti, come la figura di David, il Re-profeta, che lo rappresentava di persona.

Noi siamo dei Re affinché le profezie si compiano e siamo Profeti per non cessare di essere dei Re…

Nel progetto del Nuovo Ordine Mondiale, siamo all’opera sia per il sovvertimento che per la costruzione. Il nostro dinamismo essenziale usa la forza di distruzione e quella di creazione, ma utilizza la prima per alimentare la seconda…

Il nostro organismo atto a sovvertire è attestato dal devastante Bolscevismo, mentre per edificare, ne è l’esempio la Società delle Nazioni, anch’essa opera nostra.

Il Bolscevismo è l’acceleratore mentre quest’ultima è il freno del meccanismo nel cui centro noi siamo la forza motrice così come il potere direttivo. Qual è lo scopo? Quello che è già stabilito dalla nostra missione.
Israele è una Nazione sintetica e omogenea. È formata da elementi sparsi in tutto il mondo, ma uniti dalla fiamma della nostra fede in noi stessi.

Distruggiamo la facciata esterna soltanto per risvegliare nel profondo le affinità che non si riconoscono ancora tra loro. Noi siamo il massimo comune divisore delle Nazioni solo per diventarne il più grande Direttivo Comune Confederato. Israele è così il microcosmo in germe della Città del Futuro.”


Gli individui che pensano di prendere il posto di Dio sono satanisti. Essi ridefiniscono la realtà e la morale capovolgendole. Cercano un monopolio politico, economico e culturale assoluto, istituzionalizzato in un Governo Mondiale.

Questo deriva da un processo dialettico hegeliano con la creazione di avversari (tesi-antitesi) per raggiungere una sintesi che corrisponda ai loro obbiettivi. Durante lo svolgimento, gli oppositori potenziali vengono eliminati.

Nel rapporto “Sinfonia Rossa”, l’insider Christian Rakovsky ha mostrato come il comunismo e il capitalismo abbiano fatto parte di questo corso dialettico. In ogni caso, il cartello bancario dei Sionisti Illuminati controlla tutta la ricchezza e il potere.

“A Mosca c’è il comunismo, a New York il capitalismo. Sono la tesi e l’antitesi. Analizziamo: Mosca ha un comunismo soggettivo ma (oggettivamente) è un capitalismo di stato… New York ha un capitalismo soggettivo ma (oggettivamente) è un comunismo statale.

Una sintesi personale, la verità: la finanza internazionale e il comunismo capitalista. «Loro».”

In URSS, il Governo deteneva le società e quindi apparteneva ai banchieri, ciò vuol dire capitalismo di Stato. Così, anche gli USA presentano in effetti tratti di comunismo perché i banchieri controllano la maggioranza delle società.

Senz’altro questo è coerente con la celebre citazione del 1954 di Rowan Gaither, Presidente della Fondazione Ford:

“Esercitiamo le nostre attività qui, in virtù delle direttive emanate dalla Casa Bianca… La sostanza di tali direttive nelle quali esercitiamo dette azioni è che useremo le nostre facoltà di potere per modificare la vita agli Stati Uniti, al fine di risultare agevolmente fusi all’Unione Sovietica.”


Dunque, ci troviamo alle ultime fasi di una cospirazione a lungo termine, perpetrata da una Cabala di banchieri sionisti e dai loro lacché massonici, per erigere uno stato di polizia mondiale che ci controlli con l’inganno e con la forza (sono le loro parole d’ordine).

Il tutto è stato realizzato attraverso un «processo dialettico artificioso» i cui migliori esempi sono la Seconda Guerra mondiale e la Guerra fredda dove hanno costituito e finanziato gli avversari.

Sul fronte interno, l’abilità persuasiva cabalista si manifesta per mezzo di George Soros che finanzia la sinistra, mentre i fratelli Koch sovvenzionano e controllano la destra. Entrambe le parti sono rappresentate da personaggi Sionisti Illuminati.

Pure la sinistra radicale e l’Islam sono sostenuti finanziariamente da società appartenenti alla Fondazione Tides.

Potete scommettere che tale sostentamento si estende al controllo dei media per mezzo delle proprietà o del settore pubblicitario. Ma raggiunge anche le università, le fondazioni e i think tanks (vedere QUI; ndt).

Le manifestazioni di massa come Occupy Wall Street fanno parte di questa falsa dialettica. Sarebbero reali se esigessero:
  • 1) La nazionalizzazione della FED, la creazione di denaro senza oneri e l’abolizione di quella parte di debito pubblico creato dalla registrazione.
  • 2) Un’inchiesta indipendente sull’11 settembre e il perseguimento dei responsabili dell’attentato e dell’occultamento.
  • 3) Che tutte le campagne politiche nazionali siano finanziate dallo Stato perché con il prezzo di un incrociatore da combattimento, potremmo avere una vera democrazia.
  • 4) Che i monopòli dei media siano dissolti.
  • 5) Che gli interventi della NATO (Rothschild) vengano bloccati perché, in un Paese, la resistenza popolare è un gioco di burattini bancari.


Spero di sbagliarmi, ma credo che la Russia di Putin faccia parte di questa strategia di controllo. Non è da meno per l’Iran e persino per la Cina.


Il Movimento Libertario e le sommosse anti-comuniste degli anni ’50 sono stati motivati alla stessa maniera. Noi non deteniamo una reale libertà politica, come non abbiamo una vera cultura.

Tutto è stato concepito per far avanzare il progetto del Nuovo Ordine Mondiale, un monopolio economico, politico e culturale completo attraverso la Cabala dei banchieri Illuminati.


Nota 1 - Otto Kahn illustra anche come questi banchieri creino la realtà supervisionando ciò che accade nella cultura. Kahn ha finanziato numerosi film e ha praticamente creato il Metropolitan Opera di New York. È stato responsabile dell’introduzione di Stanislavskij, Nijinsky, dei giocatori dell’Abbazia, del Teatro d’Arte di Mosca, e di quasi tutti gli altri personaggi e gli eventi durante il periodo più vigoroso della storia del teatro americano.

Ha sovvenzionato, sponsorizzato e intrattenuto stretti rapporti con Toscanini, Caruso, Chaliapine, Pavlova, Pirandello, Eugene O’Neill, Paul Robeson, Grace Moore e centinaia d’altri artisti i cui nomi fanno ormai parte di questa storia.

Appare a tutti coloro che hanno occhi per vedere, la loro agenda satanica che comprende la distruzione del matrimonio e della famiglia, l’integrazione al satanismo, all’omosessualità, alla pornografia, alla promiscuità, alla pedofilia e all’incesto.

Nota 2 - Ho fatto una ricerca sulla citazione di Otto Kahn riguardo all’ambasciatore francese in Gran Bretagna durante le due guerre. Il libro esiste, quindi è indiscutibile che il conte di Saint-Aulaire l’abbia scritto: vedere. Con mio sgomento, non ho trovato alcuna menzione sull’enciclopedia del web concernente l’Ambasciatore Saint-Aulaire. Sembra che qualcuno abbia tentato di gettarla nel “buco della memoria” di Orwell.


Ho continuato a scavare e ho trovato la prova irrefutabile della sua esistenza in un giornale del 1921 comprese le foto.

La tesi di questo piccolo saggio tempestoso sulla politica internazionale è che la Società delle Nazioni, creata per impedire la guerra e che è stata fatta rinascere nel 1945 sotto una nuova immagine come “Le Nazioni Unite”, non ha fatto altro che generarla e promuoverla.

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IL DENARO LO STERCO DEL DIAVOLO. PERO" SE LO TENGONO STRETTO

Eredità FAAC. Curia Bologna nasconde 22 mln di € in Svizzera, Azienda sequestrata, ma i fondi sono spariti

1179037-faac Faac, il Tribunale di Bologna conferma il sequestro della multinazionale dei cancelli

di Natascia Ronchetti19 aprile 2014

La Faac resta sotto sequestro. Così ha stabilito la prima sezione civile del Tribunale di Bologna respingendo i reclami presentati dall’Arcidiocesi del capoluogo emiliano e dall’azienda stessa. In attesa del pronunciamento dei periti sull’autenticità dei testamenti olografi del fondatore della multinazionale dei cancelli, Michelangelo Manini, i giudici hanno confermato con due ordinanze il provvedimento di sequestro cautelare del 66% delle azioni, il tesoro più cospicuo di una eredità che complessivamente vale 1,7 miliardi e che è contesa dalla Curia e dai parenti di Manini.

“Prendiamo atto della decisione del Tribunale – dice Andrea Marcellan, amministratore delegato della Faac – e delle rassicurazioni contenute nel testo dell’ordinanza, dove si precisa che non vi sarà interferenza sull’amministrazione della società, in quanto il sequestro delle azioni lascia immutati i poteri e le responsabilità degli amministratori. Resta da vedere se l’operato del custode in futuro sarà coerente con tali rassicurazioni”. Parole con le quali Marcellan manifesta ancora una volta le forti tensioni tra i vertici dell’azienda e il custode giudiziario nominato dal Tribunale, Paolo Bastia, accusato di ingerenze nella gestione del colosso di Zola Predosa, nel Bolognese. In attesa della sentenza, prevista entro l’anno, si chiude così la lunga fase dei ricorsi.

Sono passati pochi mesi da quando 170 dipendenti del quartiere generale della Faac organizzarono un presidio davanti al Tribunale per manifestare la loro preoccupazione per il destino di una azienda che, nel mondo, conta quasi 1.800 addetti. Per i giudici è di fatto ininfluente la richiesta di archiviazione della denuncia contro ignoti per falso, depositata dalla Procura della repubblica, dopo l’impugnazione dei testamenti da parte dei parenti. “L’istruzione probatoria civile è in corso – scrivono infatti nell’ordinanza che ha rigettato i reclami – e la richiesta di archiviazione non avrebbe l’efficacia di una sentenza”.

Solo con il completamento dell’istruttoria, e quindi con l’esame della perizia disposta dal giudice Fiammetta Squarzoni (il pronunciamento dei periti nominati dal Tribunale è previsto in luglio) il collegio “sarà in grado di assumere una decisione con cognizione piena”. L’azienda, quindi, resta sotto la custodia di Bastia, nonostante secondo i vertici di Faac sia stato proprio il provvedimento di sequestro giudiziario a frenare a partire dal 2013 lo sviluppo dell’azienda, rendendo difficile anche il reperimento di finanziamenti per sostenere il piano di sviluppo.

La multinazionale, 16 stabilimenti tra Italia e resto del mondo, è al centro dell’aspra battaglia giudiziaria che oppone l’Arcidiocesi ai parenti del fondatore da un anno e mezzo. Tutto ruota intorno ai tre testamenti con i quali Manini ha nominato erede universale la Chiesa. La posta in gioco è il pacchetto di maggioranza di un’azienda (la quota restante è in mano ai francesi della Somfy), che ha raggiunto ricavi per 300 milioni ed è presente, all’estero, in trenta Paesi, tra Stati Uniti, Europa, Asia e America del Sud.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-04-19/faac-tribunale-bologna-conferma-sequestro-multinazionale-cancelli-094714.shtml?uuid=AB4lAPCB