venerdì 10 luglio 2015

La Grecia vota Oxi, ma il piano Tsipras è peggiore di quello della Troika























La Grecia vota Oxi, ma il piano Tsipras è peggiore di quello della Troika

Nella proposta del premier greco ai creditori c’è tutto ciò a cui i greci avevano detto No. Il (piccolo) taglio del debito? Era già stato promesso
Alexis Tsipras (Photo by Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)

Alexis Tsipras, primo ministro greco (Photo by Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)

 
L’ultima mossa del premier greco Alexis Tsipras è inconcepibile, anche per noi italiani che di referendum non rispettati ne abbiamo visti tanti. Ha spinto prima il suo popolo a votare “No” alla proposta dei creditori e adesso, a meno di una settimana dal voto,porta a Bruxelles una proposta peggiorativa rispetto all’ultima che gli fu fatta dai suoi creditori, quella del “gran rifiuto”. 
Le misure contenute nella controproposta di Tsipras dovrebbero valere 12 miliardi di euro, mentre nella proposta rifiutata - chiamiamola “proposta Juncker” - erano di 8 miliardi. Il conto è più salato perché nel frattempo, grazie alle scelte politiche temerarie del leader di Syriza, l’economia greca si sta sgretolando. Se nel 2014 era cresciuta del +0,8 per cento e si stimava ancora a maggio, quindi dopo tre mesi di cura Tsipras, che nel 2015 e nel 2016 dovesse comunque fare rispettivamente un +0,5 per cento e un +2.9 per cento. Adesso le stime del governo greco proiettano un -3 per cento per l’anno in corso. Una stima che mostra il ritorno sul pianeta Terra da parte del governo greco, ma a nostro parere ancora ottimistica e destinata a essere rivista verso il basso, se si tiene conto che nella prima settimana di banche chiuse la National Confederation of Hellenic Commerce ha stimato che i consumi sono crollati del 70 per cento e le prenotazioni turistiche del 40.
Guardando dentro la proposta Tsipras, si ritrovano tutti i capitoli di quella cui il popolo greco ha detto Oxi 
Guardando dentro la proposta Tsipras, si ritrovano tutti i capitoli di quella cui il popolo greco ha detto Oxi. L’Iva viene innalzata come nel piano Juncker, così come viene realizzata la riforma delle pensioni, bloccando i pensionamenti anticipati. La corporate tax aumenta dal 26 al 28 per cento e si accetta di cancellare l’una tantum sulle imprese di maggiori dimensioni. Cosa cambia rispetto all’ultima offerta delle istituzioni? Nulla. L’unica cosa che Tsipras ha (probabilmente) ottenuto rispetto al testo della proposta è la promessa di una ristrutturazione del debito, nella forma blanda di una riprofilatura delle scadenze e dei pagamenti. Da notare però che nel corso delle trattative, i creditori avevano già concesso la ristrutturazione del debito da discutere ad ottobre. Per questo motivo, il Presidente Juncker aveva dichiarato proprio per questo di essersi sentito tradito da Tsipras quando aveva appreso della convocazione del referendum.

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