giovedì 17 settembre 2015

BASTA UCCIDERE ANIMALI INNOCENTI

Abruzzo – Allarme cervi e caprioli
ABRUZZO- ALLARME PER CERVI E CAPRIOLI.
Il nuovo regolamento del piano faunistico apre la possibilità di poter sparare a Bambi e a suoi parenti stretti.
CerviLega Nazionale per la Difesa del Cane segue con costernazione e forte dissenso la vicenda che sta infiammando in questi giorni la Regione Abruzzo, sulla possibilità di abbattimento di cervi e caprioli.
Oggetto della contesa, l’inserimento a sorpresa nel nuovo regolamento del piano faunistico venatorio dell’art. 1-ter ”piani di gestione dei cervidi”, ovvero la possibilità di cacciare questa specie di ungulati. Una possibilità espressa sulla carta con modalità apparentemente molto tenui ma che a rigor di legge sottintende l‘eventualità di dare voce alle doppiette.
Alcuni esponenti politici abruzzesi, che hanno votato a favore di questa risoluzione, si sono affrettati a ribadire che si tratta esclusivamente di un’operazione di censimento e di monitoraggio degli animali e che i dati raccolti su di loro saranno sottoposti all’esame dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale).
A questo punto per “leggere” cosa si nasconde dietro il linguaggio soft bisogna ricordare che, secondo la legge nazionale sulla caccia, la gestione di una eventuale sovrappopolazione di una o più specie deve essere obbligatoriamente elaborata seguendo metodi ecologici e non cruenti ma, dopo il loro fallimento certificato dalla stessa ISPRA, si può passare a un “prelievo venatorio”. In altre parole alle uccisioni indiscriminate dei caprioli, dei cervi e dei loro parenti affini.
Le rassicurazioni dei politici infatti vanno di pari passo con le dichiarazioni dei medesimi in merito ai danni che questi ungulati procurerebbero all’agricoltura, danni quantificati solitamente per eccesso e sempre da una presunta parte lesa, le Coldiretti locali.
Non a caso all’interno di questo poco felice art. 1-ter, al comma 2 si parla testualmente di ”indicazioni e localizzazione degli eventuali danni causati da cervidi e gli interventi di prevenzione da adottare”.
Purtroppo nel nostro Paese non di rado le linee guida dell’ISPRA non sono osservate ed è frequente l’abitudine di asserire falsamente di aver messo in pratica i metodi ecologici con risultati fallimentari per passare all’abbattimento. Al proposito basta citare il caso eclatante e tristemente noto dei daini del ravennate, sul quale indagò una nota trasmissione televisiva che poi rivelò, davanti a milioni di italiani, il biasimevole trucchetto di aver attestato il falso.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane continuerà a seguire con estrema attenzione l’iter della vicenda degli ungulati in Abruzzo, avendo cura per il futuro di monitorare e analizzare eventuali delibere nel caso dovessero essere emanati provvedimenti per il “contenimento” di cervi e caprioli .
Michele Di Leva
Responsabile LNDC Caccia e Fauna selvatica
17 settembre 2015
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
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